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TESTIMONIANZE
M.M., 24 anni
Salve, sono uno studente di ventiquattro anni, vorrei portare la mia testimonianza in quanto forte sostenitore dell’Istituto Rinaldi Fontani. Mi sono rivolto a loro su consiglio di un medico che mi conosce da molti anni e che ringrazio ancora una volta. Soffrivo di una fastidiosa prostatite, ho provato con varie cure "classiche", ma si alleviava solo temporaneamente. Sottoponendomi a un ciclo di terapia, la situazione procedendo gradualmente è nettamente migliorata. Quando mi sono presentato per la prima volta, il mio livello di stress psicofisico era talmente alto da implicare disturbi comportamentali in qualsiasi ambito della quotidianità. Ho notato un miglioramento anche sotto questo aspetto, e quindi un miglioramento della qualità della vita. So che il percorso è ancora lungo e spero vivamente di poter continuare in questa direzione.
Cordiali saluti a tutto lo staff.

Caterina, 32 anni - Sassari
Mi chiamo Caterina e ho 32 anni. Tra il 2004 e il 2005 ho avuto dei problemi di calcificazione prima al piede sx e poi a quello dx, non potevo camminare perché avevo i piedi gonfi e doloranti, il problema è stato risolto completamente attraverso 2 cicli di terapia REAC (il primo ciclo per il il piede sx e il secondo per quello dx). Oltre a risolvere i problemi di calcificazione, la terapia e' stata la soluzione di una "brutta compagnia", che purtroppo conosco da quando ero bambina, l'emicrania senza aura che mi e' stata diagnosticata da un neurologo nel 1997. Sino al 2004 ho assunto tanti farmaci, i cosidetti triptani (Imigran, Rizaliv-Rpd, Auradol...) e cure di 50 giorni di terapia preventiva (Flunagen e Fluxarten) i quali non hanno fatto altro che attenuare il dolore, a volte farmelo passare e subito dopo procurarmi altri problemi come ansia, tremore di tutto il corpo, mal di stomaco... i due cicli di terapia REAC che ho fatto tra il 2004 e il 2005 mi hanno permesso di stare bene oltre due anni, poi nel 2007 l'emicrania si ripresenta, ma a causa di vari problemi non ho potuto effettuare la terapia REAC e così  inizia di nuovo l'incubo del tunnel dei triptani! A settembre del 2009 all'emicrania senza aura si aggiunge l'artrosi cervicale e la rigidità della colonna (tipo colpo di frusta), quindi oltre i triptani inizio a fare una o due iniezioni di Voltaren al giorno. Un'estate da incubo, solo per alzarmi dal letto, al risveglio, impiegavo quasi mezzora; a metà settembre mi sono recata dall'ortopedico di fiducia dott. C., dove mi sono sottoposta al 3° ciclo di terapia REAC. Ora sto decisamente bene, gli attacchi di emicrania sono spariti e la mattina mi alzo dal letto come un grillo!!! Ringrazio i dottori Rinaldi e Fontani per aver inventato questa terapia e il dottor A.C. per averla portata in Sardegna.

S.M.M., anni 72 - Sassari
Questa relazione vuole essere vera, sintetica e credibile. Vorrebbe potersi rivolgere ai medici refrattari, per questo motivo vi inserisco la diagnosi.
Diagnosi: Lombosciatalgia cronica su base degenerativa bilaterale in territorio di L5 con spondiloartrosi ed artrosi interapofisaria diffusa. Spondilolistesi di L4 su L5. Stenosi del canale lombare. Ernia Discale intraforaminale destra su L4 L5. Bilaterali calcificazioni meniscali e note artrosiche.
Dall’espressione sconcertata dello specialista che consultai e che leggeva il CD della mia Risonanza Magnetica, ho capito che la medicina non aveva risposte per me. Mi ha offerto un antidolorifico-stupefacente (tutti gli altri antidolorifici assunti fino a quel momento erano stati privi di efficacia), ed un busto completo di spallacci. Ho rifiutato il farmaco appena -in breve tempo- ho capito di che genere era. Mi sentivo profondamente offesa e la mia mente confusa cercava una direzione in cui porre al sicuro il proprio Io. Un’amica mi ha accompagnata dal dottor A.C.
ll Dottore mi ha chiesto di non indossare piu il busto e quel gesto mi ha rassicurata, anche se in quel momento non ne ho capito appieno l’ampia apertura terapeutica. Da 5-6 mesi quasi non mi reggevo sulle gambe, potevo, con fatica, fare solo una decina di passi per volta.
Subito dopo l'Ottimizzazione ho avvertito una sorta di inquadramento delle vertebre basse della colonna e ho capito che dovevo imparare a stare in posizione eretta. In seguito mi sono resa conto del legame stretto tra le vertebre della zona lombare e le gambe, in particolare con le ginocchia, anch’esse compromesse. Ancora più in là ho iniziato a pensare che, nella misura in cui la situazione può migliorare, questo deve avvenire necessariamente in contemporanea in tutte le parti interessate.
Man mano che sono entrata nell’ottica dell’ottimizzazione, non solo credendo nella sua efficacia ma soprattutto comprendendola, e ho imparato ad osservare il mio corpo con attenzione, ho capito che non esponendomi al freddo e all’umidita posso imparare a gestire l’artrosi.
L’esperienza che sto vivendo mi situa in un’area che mi sovrasta e anche se mi fa scendere in campo a mani nude ad affrontare l’avversario, mi stupisce quanto mi supera. Verso la conclusione delle sedute del primo ciclo di ottimizzazione, considerando "ciò che la mia vita stava facendo di me", ho deciso che a 72 anni è tempo che io ridimensioni il mio "fare" per prendermi cura della mia vita in maniera adeguata, soprattutto nel tenere a bada la mia malattia, perché l’artrosi non mi colga ancora di sorpresa.
Alla terapia REAC devo la conferma di aver fatto bene a lasciare spontaneamente il farmaco che mi era stato prescritto, creandomi così, in ambito protetto, un solido precedente per difendermi in tal senso anche in futuro. L’opportunità di lasciare il busto, l’aver ripreso a camminare ma soprattutto l'ottimizzazione mi hanno restituito tutta intera a me stessa, con il ritrovato gusto di star bene. Rendo lode alla "Provvidenza che governa il mondo" * (Dante Alighieri) perché suscita ancora menti attente e capaci di studio costante. Uomini coraggiosi, appassionati apripista nei sentieri difficili della medicina a misura di persona umana, come i Medici dell’Istituto Rinaldi Fontani.
Mi chiedo se non siano maturi i tempi per inserire la terapia REAC come momento fondamentale di prevenzione nel programma di educazione alla salute e se la relativa intelligente macchina non possa essere a disposizione di ogni medico di base, capace di aprirsi all’antica novità del suo metodo.

Antonio S., 19 anni
Mi chiamo Antonio S., ho 19 anni, pratico Karate a livello amatoriale fin dall’età di 6 anni ed a livello agonistico da 4 anni, raggiungendo un buon livello anche a carattere nazionale.
Ad un tratto, senza una particolare ragione inizio ad accusare dei forti dolori al ginocchio destro, tali da compromettere i miei allenamenti ed anche il normale tenore di vita quotidiano.
Eseguo una visita ortopedica e mi viene richiesta una Risonanza Magnetica, con la quale mi viene diagnosticata una grave osteocondrite in zona di carico. Lo Specialista consultato mi consiglia un intervento chirurgico, che a mio parere era decisamente troppo invasivo: consisteva nel praticare dei fori sulla cartilagine e sull’osso per far sì che si ricostituissero. Su consiglio di mia madre decido di recarmi dal Dr A.C,. il quale mi propone di sottopormi ad almeno due cicli di Terapia REAC ed in particolare diverse sedute di Attivazione Tissutale al ginocchio.
Dopo qualche giorno noto già un progressivo miglioramento, il dolore diminuisce pian piano ed io riprendo blandamente gli allenamenti.
Dopo i due cicli di Terapia effettuati in assenza di dolore, ho ripetuto la Risonanza ed il Radiologo stupito del miglioramento mi chiese quale Specialista mi avesse praticato l'intervento Chirurgico.
Oggi ringrazio il Dr. A.C. poiché grazie alla Terapia REAC da lui effettuata e consigliata, ho potuto raggiungere livelli sportivi ancora più alti, infatti ho partecipato ai Campionati Europei, classificandomi 3°, ai Mondiali classificandomi 4° e sono stato chiamato a far parte della Nazionale Azzurra di Karate.
Non credo occorra aggiungere altro sulla validità della cura prestatami dal Dr A.C., al quale rivolgo ancora una volta un sentito ringraziamento.

C. e F. - Sassari
Ho terminato insieme a mia madre il 5° ciclo di terapia REAC presso lo studio del dott. AC.
Ho trovato in tale terapia un valido aiuto per attenuare i sintomi della mia malattia (ho un disturbo dell'umore abbastanza serio) e quindi affrontare meglio la vita quotidiana.
Mia madre fin dal 1960 circa ha sempre portato (anche durante la gravidanza) un busto per il sostegno dei reni: le era stata diagnosticata una ptosi renale. Senza quel busto non aveva la forza di prendere in mano neanche una bottiglia d'acqua da un litro. Il busto andava sostituito ogni 7/8 anni e così come di consueto qualche anno fa si è rivolta ad un negozio di articoli sanitari per farsi confezionare il nuovo busto su misura. Questa volta però (per fortuna!) le è stata richiesta la prescrizione di un ortopedico. E così ci siamo rivolte al dott. AC, il quale dopo averla visitata ha affermato che 1) non aveva nessuna ptosi renale, ma semplicemente il corpo si era ormai "adattato" a quella protesi 2) avrebbe recuperato pian piano le sue forze iniziando un ciclo di terapia REAC.
Mia madre era molto perplessa: come poteva continuare a fare la casalinga ed essere autonoma senza l'aiuto di quel busto portato da oltre 30 anni?
Iniziò comunque la terapia e già dalle prime sedute notò dei miglioramenti e ciò la incoraggiò a continuare...
Ora non solo non porta più il busto, ma conduce una vita normale... lei che piangeva ogni volta che lo toglieva per lavarlo, perché non era in grado di stare in piedi e si rannicchiava sul divano in attesa che asciugasse!


 
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